Amahoro è impegnata a realizzare in Burundi un progetto a sostegno della madre e del neonato nato prematuramente.
Il progetto ha come punto centrale la diffusione del metodo canguro (KMC: Kangaroo Mother Care) nella provincia di Ngozi.
Con il metodo canguro, il neonato anziché in termoculla viene tenuto in modo continuo nel seno della madre fino a che non ha raggiunto una sua autonomia fisiologica.
Il metodo KMC è approvato e sostenuto dalla Organizzazione Mondiale della Sanità è considerato attualmente il “gold standard” nelle cure del neonato di piccolo peso.
Nei paesi a scarse risorse è dimostrato che la KMC contribuisce a ridurre in modo significativo l’alto tasso di mortalità e morbidità nei bambini nati prematuri.
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Non appena le condizioni di salute lo permettono, il neonato e la madre vengono trasferiti dal reparto di patologia neonatale alla unità canguro (KMC) dove restano fino alla dimissione.
Nella unità KMC le madri vivono in comunità e si occupano in prima persona del loro bambino tenendolo in modo continuo tra i seni in modalità canguro.
Alla madre vengono insegnate le modalità per gestire il neonato, le regole di igiene e come mantenere l’allattamento al seno. Vengono promosse attività didattiche, interventi di sostegno psicologico e di tipo sociale.
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Che cosa è il metodo canguro (Kangaroo Mother Care)
La Kangaroo Mother Care (KMC) è un metodo di cura del neonato prematuro, caratterizzato dal mantenere il neonato a contatto cutaneo precoce, continuo e prolungato con la madre. Con il metodo canguro il neonato viene posizionato verticalmente sull’addome materno, con il capo tra i seni (in modo da favorire l’allattamento) e ancorato in modo tale da potervi rimanere in sicurezza, giorno e notte.
La denominazione di tale pratica prende origine dalle similitudini con la modalità adottata dai marsupiali per prendersi cura dei loro piccoli.
Questo metodo fu introdotto da Rey e Martinez a Bogotà, alla fine degli anni 1970, per compensare la mancanza di termoculle. Ha avuto negli anni successivi una diffusione a livello mondiale e attualmente rappresenta il» gold standard» nella presa in carico dei neonati prematuri o di piccolo peso nei paesi a risorse limitate.
Nata allo scopo di garantire un controllo termico adeguato, in situazioni di carenza tecnologica, il metodo canguro ha sperimentato un progressivo ampliamento delle sue indicazioni.
Numerosi studi hanno messo in evidenza i vantaggi per quanto riguarda il rischio infettivo, la stabilità metabolica, il rafforzamento dell’allattamento al seno e del legame affettivo con la madre, con le loro conseguenze favorevoli sulla morbilità e la mortalità neonatale e sullo sviluppo a distanza.
La KMC, applicata con diverse modalità, trova attualmente diffusione in tutto il mondo. Sostenuta dalla OMS rappresenta, nei paesi a più basso reddito, il metodo più sostenibile nella cura del neonato prematuro e considerata una pratica salvavita.
Il contesto
Il rapporto “Human Development – 2020” di UNDP colloca il Burundi alla 185ª posizione su 189 Paesi nel mondo: circa l’80% della popolazione vive in stato di povertà o indigenza e l’aspettativa di vita alla nascita è di soli 57,9 anni. La mortalità infantile è molto elevata (80 per 1000) e si verifica soprattutto durante i primi 30 giorni di vita. Tra le cause principali la prematurità con le sue patologie indotte.
Che cosa facciamo
Da tre anni Amahoro in collaborazione con Fondazione Chiesi sta realizzando in Burundi, nella provincia di Ngozi, un progetto nel settore materno infantile finalizzato alla riduzione della mortalità neonatale basato sui principi delle cure essenziali e della evidenza scientifica, sostenibile sotto l’aspetto economico, tecnico e ambientale. Tra questi interventi, il principale è costituito dalla introduzione capillare nei centri nascita della provincia di Ngozi del metodo canguro (KMC) per la cura dei neonati prematuri e di piccolo peso.
Che cosa abbiamo fatto
A questo fine abbiamo realizzato presso l’Ospedale di Ngozi (ospedale regionale di riferimento per le province del nord del Burundi) un centro pilota per la formazione e la diffusione del metodo KMC. Il centro ospita le madri e i neonati prematuri dimessi dal reparto di neonatologia e praticano il metodo KMC in modo continuativo. Il centro comprende stanze di degenza, soggiorno, atelier per attività di sostegno e ambulatori per seguire i neonati e le madri dopo la dimissione. Il centro è dotato di aule per la didattica ed è centro regionale per l’insegnamento e la diffusione della KMC.
Che cosa ci proponiamo
Con il progetto “KMC Ngozi” ci proponiamo attraverso la diffusione del metodo canguro e il contemporaneo sostegno offerto alla madre, di migliorare in modo sostenibile la qualità della assistenza offerta al neonato e alla donna in occasione della nascita, sostenere l’allattamento materno, contribuire alla riduzione della mortalità neonatale. Creare un modello un modello assistenziale del percorso nascita in armonia con la cultura locale che possa contribuire ala riduzione della mortalità neonatale e offrire sostegno alla donna durante la gravidanza e il parto.