Chi influenza chi tra i giovani africani? Cosa pensano del resto del mondo? Come pensano di essere considerati?
È possibile raccontare un’Africa diversa e lontana dagli stereotipi con cui viene percepita e in cui i giovani africani non si riconoscono più?
Il mondo sta cambiando e le possibilità per comunicare sono aumentate: i ragazzi in Africa vogliono cambiare le modalità con cui abitualmente i loro Paesi vengono descritti attraverso i media nel resto del pianeta.
Sono anche diventati sempre più consapevoli di come l’Africa è percepita fuori dai suoi confini e, grazie al semplice accesso al mondo del web, gli orizzonti a cui guardano sono gli stessi che hanno i giovani di tutto il mondo.
Il continente nero sa essere altro che una terra raccontata troppo spesso solo come desolata e come solamente bisognosa di aiuto.
Il momento dell’Africa orami è arrivato: i passi da gigante compiuti nel modo economico e finanziario, dell’innovazione e della creatività sono evidenti.
Purtroppo è innegabile che la percezione che il continente africano continua ad avere agli occhi del resto del pianeta è radicata in un immaginario di povertà, malattie, conflitti e corruzione.
L’Africa è ben altro e i giovani che la popolano hanno le stesse aspettative e le stesse aspirazioni di tutti le persone del resto del pianeta.
Africa no Filter (ANF), un progetto nato proprio per raccontare un’Africa lontana dai consueti cliché e diversa dalla solita narrazione con cui viene descritta, ha commissionato un sondaggio tra adolescenti e giovani adulti di nove Paesi africani.
A ragazzi e ragazze i tra i 18 e i 35 anni di Nigeria, Ghana, Egitto, Uganda, Kenya, Zimbabwe, Sudafrica, Costa d’Avorio e Marocco ha posto alcune domande sul loro modo di vedersi, su cosa pensano di sé e del loro Paese rispetto al resto del mondo e del loro rapporto con i media.
Chi influenza chi, dunque? Quali sono i modelli di riferimento dei giovani africani? Cosa pensano dell’Africa?
Il report ha identificato negli stereotipi negativi con cui l’Africa viene solitamente raccontata come il principale fattore negativo per la percezione del continente.
Gli stereotipi non solo danno immagini distorte dell’Africa all’esterno, ma finiscono con l’influenzare i suoi stessi abitanti.
Lo studio cerca di capire quali siano le istituzioni più forti ad influenzare i giovani africani e cosa serva fare per cambiare le narrazioni sull’Africa.
Metodologia e sommario
Sono stati intervistati 4500 giovani africani scelti in modo causale tra questi nove Paesi sparsi in tutte le aree dell’Africa.
Le tre aree principali su cui hanno insistito le domande sono state:
- L’influenza dell’Africa nel mondo
- Le influenze sulla gioventù africana
- Le rappresentazioni dell’Africa e come queste danno forma alle percezioni dell’Africa negli intervistati
Una prima sintesi
Per il 73% dei partecipanti al sondaggio i Paesi africani hanno un’influenza a livello globale, tra questi i tre considerati da loro più importanti sono il Sudafrica, la Nigeria e l’Egitto. Gli intervistati hanno anche riconosciuto che molti degli stereotipi negativi sull’Africa continuano a circolare nel pensiero comune e che questi danneggiano pesantemente il modo con cui il continente è considerato.
Il 45% di loro ha anche riferito che questi stereotipi hanno influenzato negativamente le loro stesse percezioni sul loro continente.
Il 60% di loro ha comunque affermato di amare ancora il proprio Paese, questo probabilmente perché la gran parte non è ancora così dipendente dai media mainstream.
Ciò che li influenza di più è la cultura popolare, i social media, le comunità in cui vivono, i loro amici e famiglie, la religione e, solo per alcuni, le pratiche culturali.
Molti degli intervistati hanno riconosciuto chi i politici (per il 58%) e i leader d’azienda (33%) hanno molto potere nel loro Paese ma che questi non hanno una grande influenza su di loro.
Per gli intervistati, l’unica occasione in cui in politici hanno su di loro un forte impatto è nel periodo elettorale, quando devono decidere per chi votare ed anche in questo caso non si sentono particolarmente influenzati dai grandi mezzi di comunicazione nelle loro valutazioni.
Il 71% degli intervistati ammette di essere condizionato molto dai social media e ritiene anche che potrebbero essere un ottimo mezzo per lanciare una sfida agli stereotipi che girano sull’Africa.
La loro fiducia nei social media risiede in un diffuso tecno-ottimismo – così come studi precedenti hanno dimostrato – tale per cui per i giovani africani le reti sociali possono essere un ottimo mezzo per cambiare le narrazioni e le percezioni sull’Africa.
Soprattutto grazie all’uso degli #hastag e alla possibilità di condividere facilmente contenuti, i giovani africani credono sia possibile far cambiare agli occhi dei giovani del resto del mondo la loro visione dell’Africa.
Il dato più rilevante che emerge dal rapporto è proprio l’importanza dell’uso dei social da parte dei ragazzi africani e la possibilità che offrono di cambiare la percezione del continente nero nel resto del pianeta.
Esiste già una letteratura sui comportamenti dei giovani africani, ma, sebbene siano molti i fattori che li influenzano, questo sondaggio conferma la rilevanza che per loro ha il web e l’uso de social network nella vita di tutti i giorni.
Le indicazioni chiave del rapporto
I social media.
La maggior parte degli intervistati (il 71%) crede che i social media potrebbero essere un ottimo mezzo per lanciare una sfida ai tanti stereotipi negativi con cui l’Africa è sempre descritta. Anche se la studio non ha indagato troppo sulle origini di questa credenza, ricerche precedenti hanno fornito numerosi esempi di come la gioventù africana abbia – e continua ad avere – una grande fiducia sulla possibilità offerta dai social media di cambiare a livello globale la percezione dell’Africa, soprattutto grazie all’utilizzo dell’umorismo, alla possibilità di condividere contenuti e poter mandare messaggi in tutto il mondo in tempo reale.
La mia Africa.
Anche se il 45% degli intervistati crede che le loro stesse percezioni sull’Africa siano state deformate negativamente a causa di come è raccontata abitualmente nel resto del pianeta, il 60% di loro afferma di amare ancora molto il proprio Paese d’origine.
Solo il 18% ha riferito che preferirebbe vivere negli Stati Uniti o in Europa, mentre solo il 20% crede che in Africa ci siano meno opportunità rispetto al resto del mondo. Solamente il 17%, infine, crede di vivere in condizioni di vita peggiori rispetto a quelle che troverebbe altrove.
Pop culture e religione.
Dai dati emerge come per gli intervistati le maggiori influenze siano la cultura pop (57%), i social media (27%), la famiglia e gli amici (44%), la religione (74%) e le pratiche culturali della loro comunità (54%).
Il 45% degli intervistati crede che i giovani africani siano fortemente influenzati dagli Stati Uniti e l’Europa, ma hanno anche affermato che su di loro la maggior influenza la hanno la famiglia e gli amici.
Solo il 39% dei ragazzi del Kenya e del Sudafrica riferisce che su di loro hanno più influenza i social media di quanto ne abbiano famiglia e amici.
Nel complesso, per tutti gli intervistati, la religione gioca un ruolo molto importante nei loro processi decisionali.
Poca politica.
Sebbene il 58% degli intervistati abbia affermato che sono i politici ad essere, secondo loro, le persone più influenti nei loro Paesi, solo l’11% ha dichiarato di esserne anche in qualche modo condizionato.
L’unica occasione in cui i partecipanti al sondaggio hanno affermato di sentirsi coinvolti dalle vicende dei politici è quando devono decidere per chi votare nel periodo elettorale (51%). Tuttavia, anche in questa circostanza, un preoccupante 24% ha affermato di non essere influenzato da nessuno in particolare quando deve fare le proprie valutazioni. Il dato potrebbe allarmare perché denoterebbe un diffuso disinteresse per le elezioni e le questioni politiche.
Cinema Africa.
Per il 54% degli intervistati i modi più comuni con cui l’Africa è raccontata nei film è attraverso vicende di crimini e corruzione, mentre per il 41% sono molto o troppo frequenti narrazioni che raccontano di città sottosviluppate e miseria.
Per quasi tutti i giovani intervistati (75-80%) una narrazione dell’Africa nei film fatta in questo modo crea una percezione molto negativa del continente agli occhi del resto del mondo.