Il Burundi
Il Paese delle 1000 colline, cuore dell’africa
Il Burundi
ll territorio.
Il Burundi è un Paese della fascia subequatoriale, attualmente è uno dei più poveri al mondo.
La regione geografica in cui si trova è quella dei Grandi Laghi e non ha uno sbocco al mare.
I confini.
Nord – con il Ruanda
Ovest – con la Repubblica Dominicana del Congo
Sue e Est – con la Tanzania
Dal 2019 la nuova capitale è Gitega.
Precedentemente la capitale era Bujumbura, rimasta centro economico del Paese.
E’ stato membro della Comunità dell’Africa Orientale (nome in inglese: EAC – East African Community), fondata nel 2000, di cui fanno parte anche Kenya, Tanzania, Uganda e Ruanda.
Il territorio del paese è costituito da un unico grande altipiano con un altitudine media di 1700 metri, su cui si sviluppano molte zone collinose.
Ai suoi confini l’altitudine dell’altipiano scende fino a 1300 m; si abbassa sotto i 1000 m nella porzione di terra attorno al fiume Ruzizi e alla sponda est del Lago Tanganica, dove si trova anche la capitale.
Il confine ovest con il Congo è segnato dal lago Tanganica, tra i maggiori laghi africani.
La parte centro settentrionale dell’altopiano fa parte del bacino del Nilo attraverso il fiume Ruvubu, che delimita una parte del confine tra Burundi e Tanzania per poi confluire nel fiume Kagera che dopo un percorso di circa 600 km si tuffa nel lago Vittoria.
Il clima è tropicale, mitigato sia dall’altitudine sia dall’influenza esercitata dal lago Tanganica
La superficie del Burundi è di 27.830 km² km quadrati. Secondo gli ultimi dati raccolti (2017), la sua popolazione conta circa 10.300.000 abitanti ed è in aumento. La densità media è elevata: è di 373,5 persone per km².
L’età media è di circa 17 anni – il tasso di fertilità è di 6.55 nati/donna.
Popolazione
Il Burundi è popolato da tre etnie: Batwa, Hutu e Tutsi.
I Batwa sono la parte più esigua della cittadinanza (1%); sono una popolazione pigmoide di taglia piccola dediti alla caccia e alla raccolta. Sono artigiani esperti nel lavorare il ferro e la ceramica.
Gli Hutu costituiscono la maggioranza del popolo burundese, l’85%.
Vengono descritti come di statura bassa e corporatura tozza.
I Tutsi (generalmente noti in italiano come Vatussi), rappresentano il 15% della popolazione, fisicamente sono alti e di corporatura esile.
Queste etnie hanno sempre convissuto in simbiosi. La lingua a tutte comune è il Kirundi, tutte di religione cattolica e con condizioni di vita molto simili (a parte i Batwa, un po’ più emarginati).
Cenni storici
Il territorio è stato abitato sin dai tempi più antichi, ma la prima testimonianza dell’esistenza di una nazione organizzata in Burundi risale al XVI secolo.
Il periodo in cui si ebbe l’espansione maggiore fu sotto il sovrano Ntare Rugumba, che regnò per più di mezzo secolo, dal 1796 al 1850, e vide duplicare l’estensione del proprio regno.
Gli esploratori europei iniziarono a visitare il regno del Burundi già a partire dal 1856, ma fu solo nel 1899 che il paese entrò a far parte della colonia dell’Africa Orientale Tedesca.
A differenza dei sovrani del Ruanda, che non si opposero e accettarono la penetrazione e l’influenza portata dalla Germania, l’allora sovrano del Burundi, Mwezi Gisabo, pose fermo rifiuto all’influsso e all’infiltrazione europea.
Anche dopo il consolidamento del dominio coloniale tedesco, i sovrani locali burundesi continuarono a regnare come prima, riducendo ai minimi termini la presenza europea nel paese. Influenza che fu però sconvolgente in termini di malattie portate e trasmesse alla popolazione e agli animali da allevamento.
Nel 1916 la regione del Burundi subì la conquista da parte di un contingente dell’esercito belga. Nel 1923 nacque il nuovo stato del Ruanda-Urundi, frutto dell’unione dei territori degli attuali Ruanda e Burundi, la cui protezione fu affidata al Belgio dalla Lega delle Nazioni.
La piena indipendenza fu ottenuta dal Burundi il 1° luglio del 1962.
La prima forma governativa adottata dal Burundi fu una monarchia costituzionale, istituita dal sovrano Mwambutsa Bangiricenge, che approfittò delle ancora fragili istituzioni democratiche, con il risultato di creare un disegno di governo sorta di equilibrio tra le etnie Hutu e Tutsi.
I primi conflitti etnici avvennero nel 1965 e furono causati dall’uccisione dell’allora Primo Ministro che era di origine Hutu e che portò a sommosse da parte degli Hutu e ad azioni repressive da parte del governo.
E’ nel 1966 che il Burundi venne dichiarato una Repubblica Democratica dal Capitano Michel Micombero, che, in qualità il Primo ministro, aveva deposto l’allora sovrano principe Ntare Ndizeye che in precedenza aveva a sua volta estromesso il sovrano Mwambusta V, suo stesso padre.