L’Unicef ogni due pubblica un rapporto in cui fornisce una panoramica sulla condizione della salute dei bambini di tutto il mondo.
L’ultimo documento ufficiale pubblicato dal fondo delle Nazioni Unite risale alla fine del 2023.
Il rapporto analizza, basandosi sull’analisi dei dati disponibili, il miglioramento della condizione infantile in tutto il pianeta partendo come base dai 17 obiettivi  di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 (ne parliamo qui) dal punto di vista dei risultati raggiunti per i più piccoli.
Il report vuole proporre una sintesi della condizione in cui vivono bambini e bambine di tutto il pianeta, ma vuole anche porre delle linee guida per accelerare il processo di sviluppo verso delle società in cui tutti i diritti fondamentali dei bambini siano garantiti.

L’Unicef, a metà del percorso verso il 2030, si è chiesta quali siano i risultati raggiunti con i bambini e quali siano i principali traguardi raggiunti.
I punti fondamentali individuabili nel documento sono:

  • Un miglioramento c’è stato, ma bisogna fare ancora di più
  • Molti bambini vivono ancora in condizioni molto critiche
  • Bisogna porsi degli obiettivi sia realizzabili che ambiziosi
  • Bisogna sviluppare sistemi resilienti capaci di affrontare le crisi
  • L’impegno politico di ogni Paese è fondamentale
  • La raccolta di dati è essenziale per le pianificazioni future
  • Collaborando insieme è possibile raggiungere gli obiettivi

    Il rapporto presentato dall’Unicef  vuole essere sia una sorta di rendicontazione dei risultati sinora ottenuti, che un monito per investire ancora e sempre di più nelle aree più povere del mondo che richiedono un investimento rapido e strategico affinché i diritti dei bambini vengano rispettati.
    Il rapporto dimostra che quest’accelerazione trasformativa e questo nuovo progresso necessario sono obiettivi raggiungibili.
    I risultatati, attraverso investimenti mirati, la volontà politica e  la collaborazione internazionale si possono raggiungere.

    Pubblichiamo un’abbondante sintesi del Rapporto dell’Unicef:
    PROGRESS ON CHILDREN’S WELL-BEING:
    Centering child right in the 2030 agenda
    for every child, a sustanable future
Bambini nella società.

Ogni bambino conta

Uno degli impegni fondamentali che si pone l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è quello di non lasciare indietro nessuno e di raggiungere il prima possibile chi è rimasto più indietro.

Nel 2015, adottando l’Agenda 2030, la comunità globale ha promesso di lavorare insieme per costruire un futuro migliore per ogni persona e ha garantito che ognuno possa essere in grado di raggiungere il suo pieno potenziale.

L’Agenda mette al centro i principi dell’uguaglianza e della non discriminazione affinché tutte le nazioni del mondo prendano l’impegno collettivo di garantire che tutti gli individui vivano in un ambiente sostenibile e nel rispetto dei propri diritti e del proprio benessere.

Mettere al centro dei nostri sforzi il benessere dei bambini  per promuovere lo sviluppo sostenibile è un diritto umano imperativo.
È necessario assicurarsi che i bambini rimangano al centro e davanti agli interessi della collettività.
Per analizzare la situazione sui progressi raggiunti con il livello della situazione dei bambini l’Unicef ha analizzato le risorse disponibile su 48 obiettivi specifici dello sviluppo sostenibile specifici per l’infanzia.

Una preliminare sintesi ci dice che circa un obiettivo su tre nell’ambito infantile è stata raggiunto e che la strada tracciata è buona, che però, senza nuove accelerazioni nel percorso, gran parte dei bambini continuerà a vivere senza poter realizzare i propri diritti.
Di questo passo infatti solo un bambino su quattro, entro il 2030 , vivrà in un Paese in cui il 70% degli obiettivi legati all’infanzia sarà stato raggiunto.

I punti principali del rapporto

Le buone notizie: molti Paesi sono più vicini al raggiungimento degli obiettivi

Grazie al lavoro svolto negli ultimi 20 anni è possibile rappresentare un quadro della situazione globale con dati provenienti da più di 190 Paesi e attraverso numerosi indicatori.
Il risultato generale è una valutazione complessivamente positiva che dimostra che il miglioramento costante della condizione dei bambini è possibile.

Gli avanzamenti  vanno però contestualizzati: da un lato in molti Paesi a scarso reddito si sono registrati recenti progressi a causa di un punto di partenza molto basso e grazie ad un fermo impegno sostenuto da finanziamenti nazionali adeguati, dall’altro molti Paesi ad alto reddito stanno raggiugendo una fase di stallo.

Per ogni tipo di area geografica il principio base deve restare quello di ‘non lasciare nessuno indietro’: per questa ragione resta fondamentale identificare coloro che sono sistematicamente emarginati o esclusi nella società (come bambini e ragazzi con disabilità, che vivono in povertà e che vivono in contesti di crisi umanitaria o climatica) e agire rapidamente per rafforzare la protezione dei loro diritti.

I principali risultati:

– I dati mostrano come negli ultimi 30 anni ci sono stati miglioramenti sostanziali nella condizione infantile, con una diminuzione di circa il 60% della mortalità sotto i cinque anni e una diminuzione del 45% dei tassi di malnutrizione
La frequenza scolastica non porta necessariamente all’acquisizione della competenze fondamentali, con 600 milioni di bambini e adolescenti che non possiedono le basi della lettura e della matematica nonostante la maggioranza di loro vada a scuola.
– Nonostante rispetto agli anni ’90 il tasso di matrimoni precoce sia diminuito, si stima che ancora 12 milioni di ragazze siano costrette a sposarsi prematurmente: senza intervenire, a questo numero, entro il 2030 potrebbero aggiungersi altre 100 milioni di giovani donne.
– Nonostante i progressi, ancora più di 2 miliardi di persone non hanno a disposizione acqua potabile e 3,5 miliardi sono prive di servizi igienico-sanitari.

Un momento critico per proteggere i bambini

I miglioramenti sono avvenuti, ma colmare il divario rimanente resta ancora più urgente ed imperativo come mai prima.
Viviamo in un periodo definito come di policrisi in cui interagiscono tra di loro diverse tipologie di shock e varie crisi a diversi livelli: recessione economica, cambiamento climatico, degrado ambientale, emergenze sanitarie pubbliche, guerre e conflitti.

Il mondo quindi non sta diventando un posto più sicuro e senza rischi.
Ad essere colpiti in modo più duro da questa situazione generale sono i più deboli e i più poveri.

Nella vita dei bambini questo significa che possono essere più esposti a:
– violenza , sfruttamento e abusi;
– dislocamento, malnutrizione e insicurezza alimentare;
– interruzione dell’istruzione;
– limitato accesso all’assistenza sanitaria, all’acqua e ai servizi igienico-sanitari;
– protezione sociale e violazione dei diritti.
 

Stabilire un punto di riferimento comune

Giunti in un punto intermedio verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agena 2030 è fondamentale che ogni Paese sviluppi al meglio le proprie strategie e l’effettiva distribuzione delle proprie risorse verso una visione condivisa di un mondo migliore per ogni bambino.

Una via verso il miglioramento passa sicuramente attraverso lo stabilire un benchmark (un punto di riferimento) necessario per individuare dove sono doverosi i miglioramenti e per favorire il senso di responsabilità.
Gli obbiettivi di sviluppo sostenibile legato all’infanzia possono così avviare una conversazione più ampia e riferirsi a politiche condivise e a programmi nazionali.

Stabilire cosa è possibile

Se tutti i Paesi avessero gli stessi miglioramenti ottenuti dalle regioni più performanti, entro il 2030 il numero di Paesi che potrebbero raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile relativi all’infanzia potrebbe triplicare.
Tuttavia la situazione odierna mostra come il lavoro da svolgere sia enorme: per raggiungere i risultai attesi molti Paesi  dovrebbe arrivare ai livelli dei Paesi attualmente più performanti.
Un grande avanzamento generale sarebbe possibile: se tutti i Paesi raddoppiassero o triplicassero il loro tasso di miglioramento ed eguagliassero le prestazioni migliori ottenute nelle rispettive regioni il mondo potrebbe aspirare ad avere 2,47 miliardi di bambini – più del 90% della popolazione infantile mondiale – che vivono in Paesi in cui il 70% deli obiettivi di sviluppo sostenibile relativo all’infanzia è stato raggiunto.
Per fare ciò sarebbe richiesto un importante impegno delle politica e un forte acceleramento dal punto di vista economico ma, in sintesi, si può fare.
Investire nei bambini oggi e per il corso della loro vita rafforza le capacità umane di ogni Paese e garantisce delle generazioni future soddisfatte e che possano contribuire alla crescita e al benessere generale.
Aiuta anche a evitare gli immensi costi sociali per il futuro.

Bilanciare l’ambizione con il realismo

È importante dare un nome alle nostre aspirazioni tenendo presente ciò che si può effettivamente ottenere.
Un modo per tracciare una via da perseguire sia strategica che equilibrata è quello di porsi, per il 2030, degli obiettivi sia ambiziosi che realistici.

Questo comporterebbe avere più probabilità di successo.
Gli obiettivi ambizioni sono il punto di arrivo.
Gli obiettivi realistici tengono conto di ciò che è fattibile tenendo presente i contesti nazionali e le condizioni iniziali di ogni Paese.

È necessario riconoscere che il progresso non può che essere graduale ed è direttamente dipendente dalle priorità poste dal sistema politico.
Il porsi obbiettivi sia ambiziosi che realistici garantisce un ideale punto di arrivo ai livelli più alti incorporando al contempo delle misure provvisorie durante il percorso che possono essere delle pietre miliari su cui basarsi.



Mobilitare la volontà politica

Raggiungere un obiettivo di sviluppo sostenibile – non importa quanto sia lontano o vicino – e riuscire a sostenerlo e garantirlo richiede una forte volontà politica da parte di governi nella loro veste di legislatori.
Un impegno politico efficace è indissolubilmente legato alle priorità stabilite dai governi per i bambini e ad un’attività politica attiva, informata e soprattutto motivata.

I governi devono essere a conoscenza delle prove e delle opportunità che si possono raggiungere a livello nazionale, regionale e globale sulla base di dati e di esperienze simili, per garantire un’accelerazione strategica.

Le prove infatti aiutano a vedere quale sia la migliore direzione da percorrere.
Ad un punto intermedio verso il 2030, per operare una svolta bisognerebbe agire in modo rapido e deciso a sostegno della protezione e del progresso dei diritti dell’infanzia.
Senza che gli stati si assumano chiare disponibilità non potrà mai esserci una raccolta dati efficace, l’attuazione di politiche adeguate o l’assegnazione di finanziamenti consoni.

Popolazione, urbanizzazione e migrazioni

Per accelerare l’ottenimento dei risultati, nel prossimo futuro, bisognerà tenere conto dei grandi cambiamenti e degli spostamenti demografici che il mondo sta sperimentando in questo periodo.
Queste nuove dinamiche saranno dei forti motivatori per ogni Paese per raccogliere sostegno politico per il progresso della condizione dei bambini, inoltre si prevede che i tassi di natalità da qui al 2050 cambieranno con una diminuzione generale delle nascite, che non sarà però globale.

Nei Paesi dell’Africa sub-sahariana si registrerà un aumento del 51% rispetto ai tre decenni precedenti, mentre nelle sotto regioni dell’Est e dell’Asia meridionale ci potrebbe essere un calo del 30% delle nascite.
Queste nuove dinamiche dovrebbe spingere gi investimenti verso i giovani dove la popolazione è destinata a ringiovanire, mentre altre Paesi dovrebbero concentrarsi sul sostegno dei servizi essenziali in un contesto di invecchiamento demografico.

Altre aspetti da tenere sempre più presenti saranno:
– La popolazione sta diventando sempre più urbana, per cui c’è un’urgente necessità di rinnovamento delle strategie di sviluppo adatte ad ambiente sociali sempre meno rurali;
– Bisognerà tenere conto che il numero dei bambini sfollati a causa dei conflitti e che diventeranno migranti internazionali sarà sempre più alto, per cui è fondamentale elaborare politiche che tengano conto dei diritti e della tutela di bambini con diverse esigenze;
– Riuscire ad affrontare meglio e prepararsi prima alla presenza di conflitti e ai cambiamenti climatici può dare una migliore preparazione agli inevitabili spostamenti dei bambini.

diritti dei bambini.

Sviluppare un sistema resiliente che protegga i bambini per tutta la vita

Garantire i diritti di bambini è un obbligo degli Stati parti della Convezione sull’infanzia dei Diritti dei bambini.
Questo comporta che ogni Paese allinei i propri sistemi finanziari per rispettare e promuovere i diritti dei minori.
In particolare per i Paesi in via di sviluppo i sistemi fiscali e la finanza pubblica dovrebbero prestare una particolare attenzione al raggiungimenti degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e dare una priorità alla protezione degli investimenti per i bambini.

A livello globale tuttavia, la portata del sotto investimento nei bambini è profondamente preoccupante: uno su tre non ha accesso a servizi base come l’assistenza sanitaria, la nutrizione, l’istruzione e la protezione dalla povertà sociale.

A livello nazionale, spesso, le entrate fiscali insufficienti e una politica fatta di compromessi pongono delle barriere significative alla finanze pubblica incentrata sui bambini: in un contesto così, i bilanci a sostegno dei bambini dovrebbero essere gli ultimi ad essere tagliati e i primi da proteggere.
Inoltre, spesso, i fondi stanziati per i bambini sono insufficienti o distribuiti ingiustamente.

Un’accelerazione verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per l’Infanzia è possibile se si investe e si si dispone di spazio fiscale per le priorità dei bambini.
È quindi importante aumentare l’attenzione, le dimensioni e la definizione esplicita della precedenza da destinare ai settori sociali e per il sostegno umanitario.

Costruire un sistema resiliente in grado di rispondere alle crisi

La crisi climatica sta diventando un’emergenza crescente per la condizione dei bambini di tutto il mondo, minacciando decenni di progressi nella promozione dei diritti e dei servizi per l’infanzia.
Quasi la metà dei bambini di tutto il mondo, si parla di 1 miliardo di persone, vive in Paesi estremamente vulnerabili dagli effetti del cambiamento climatico.

Questo tipo di crisi ha l’effetto di aumentare la povertà infantile e di fare cambiare i modelli conosciuti delle malattie diffuse in ogni area.
Causa un aumento del rischi di contrarre la malaria e la febbre dengue e causa anche la presenza di sempre più imprevedibili modelli si siccità, carestia, inondazioni e migrazione forzate.

Ciò comporta cambiamenti nell’accesso al cibo, alle risorse idriche e all’aumento della malnutrizione, causa deperimento e insicurezza, colpendo la parete della popolazione dì più vulnerabile, come bambine e donne incinte.
La pandemia da Covid 19, per esempio, ha messo in luce una grave carenza nella preparazione sanitaria di tutto il mondo.

Le lezioni apprese dai disastri passati e dai processi di recupero attuati, sottolineano la continua necessità di migliorare la preparazione e la resilienza delle comunità, dei servizi assistenziali e dei sistemi sanitari.
È poi molto importante costruite infrastrutture, scuole, centri sanitari e strutture igienico-sanitarie che rimangano funzionali nonostante gli shock naturali o provocati dall’uomo.

Resta fondamentale integrare la sostenibilità e un approccio basato sul rischio in tutte le politiche nazionali per dare massima importanza e per affrontare efficiente le sfide che possono scatenare la presenza di conflitti, gli sfollamenti, il cambiamento climatico e ambientale.
Ciò è essenziale affinché i bambini e i più giovani non vengano colpiti in modo sproporzionato e che possa essere messo a repentaglio troppo facilmente il loro benessere.

Le continue disuguaglianze e i conflitti all’interno dei Paesi fanno sì che i diritti dei bambini non siano riconosciuti universalmente: quando esiste la disuguaglianza sociale non tutti i più piccoli hanno la possibilità di godere appieno di tutti i loro diritti garantiti.
Generalmente i bambini più svantaggiati sono quelli che vivono nelle zone rurali, con un accesso limitato alla sanità e all’istruzione rispetto a quelli che vivono in un contesto più urbano.

Ci sono bambini delle città che però possono vivere in condizioni ancora peggiori a causa delle condizioni di vita affollata e alla mancanza di accesso all’acqua potabile; si tratta dei bambini che abitano in zone molto povere di alcuni grandi centri urbani.
Il progresso, in generale, deve basarsi sui principi della non discriminazione, dell’uguaglianza e delle pari opportunità per garantire che a tutti i gruppi sociali vengano date le giuste priorità in modo inclusivo.

Migliorare la produzione e l’uso dei dati

C’è un aspetto fondamentale e meno visibile in superficie che costituisce un sfida molto complessa per migliorare la salute dei bambini: la lacuna di dati.
Possedere dati affidabili e utilizzabili svolge un ruolo centrale nel supportare la piena realizzazione dei diritti dell’infanzia in tutti i contesti.

Talvolta anche quando i dati vengono raccolti non sempre vengono utilizzati per informare e per creare politiche in linea con le norme internazionali sui diritti umani a sostegno dell’infanzia.
I dati, se utilizzati in modo efficace, possono trasformare il modo in cui si prendono le decisioni  su programmi e servizi e garantire una pianificazione più adeguata.
L’Unicef sottolinea come i Paesi devono continuare ad investire nei propri sistemi di raccolta dati e nello sviluppare la capacità tecnologiche per la collezione, il monitoraggio e l’archivio di dati a lungo termine.

Per avere questa garanzia le pratiche di protezione dei dati devono anche essere rafforzate a livello  nazionale, regionale e globale sfruttando le opportunità date dalle tecnologie e al contempo garantendo l’integrità e la privacy dei bambini.

Un futuro più luminoso per ogni bambino

Sostentare la piena realizzazione dei diritti dell’infanzia in tutti i contesti è un obbligo legale di tutti gli Stati parti della Convezione dei Diritti sull’Infanzia; si tratta anche di un imperativo etico per lo sviluppo delle capacità umane necessarie per una crescita verso il progresso, l’equità e verso delle società efficienti e giuste.
Attraverso una pianificazione ambiziosa e realista è possibile creare un ambiente che consenta di raggiungere risultati tangibili in favore de bambini.

Un approccio basato sui diritti dell’infanzia ci può aiutare a realizzare meglio la visone posta dell’Agenda 2030 e porre le basi per un cambiamento duraturo.

Cosa dobbiamo fare insieme:
– Costruire un impegno politico a livello nazionale
– Abbinare l’azione all’ambizione
– Creare e usare qualcosa di concreto peri bambini
– Rafforzare l’impegno verso la sostenibilità e le azioni per il clima
– Fare sì che i finanziamenti erogati siano impiegati con successo e accelerare il progresso in favore dei bambini

fonti
Report originale

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