L’ospedale della donna e del bambino
Progetto per la salute della donna e del bambino in Burundi
L’Ospedale della donna e del bambino
Progetto per la formazione a livello universitario di tecnici sanitari per la promozione della salute della madre e del bambino.
Il documento descrive la costruzione e la gestione di un dipartimento Materno-Infantile con obiettivi assistenziali e formativi di personale sanitario specialistico:
1. La situazione sanitaria del settore Materno-infantile in Burundi
2. L’idea di un progetto Materno-Infantile
3. La costruzione del Dipartimento Materno-infantile
4. Programma di intervento nel settore Materno-Infantile.
Progetto per la costruzione e la gestione di un dipartimento materno-infantile.
Premessa.
Nel mettere a punto questo progetto ci siamo ispirati ad alcuni criteri che pensiamo debbano caratterizzare gli interventi in Paesi e situazione a risorse limitate:
- L’equità intesa come raggiungimento, da parte del servizio che si cerca di realizzare, di tutti i possibili utenti, soprattutto di quelli che si trovano in condizioni di maggiore deprivazione e bisogno;
- La fattibilità, che partendo da quanto già esiste e dalle risorse umane, materiali e finanziarie a disposizione permette di studiare al meglio la realizzazione di quanto corrisponde ai bisogni della popolazione;
- La sostenibilità che tiene presente il dovere per ogni intervento di questo tipo di assicurare che il servizio creato possa continuare e crescere anche dopo che l’intervento stesso, per sua natura, giunge al termine; per questo motivo tutto il progetto è pensato in funzione della formazione del personale locale a tutti i livelli.
I modelli a cui ci si ispira, che sono riportati nella letteratura non solo medica ma anche sociopolitica, sono quelli che hanno puntato sul potenziamento del servizio sanitario a livello di distretto e provinciale. Questa strategia intende perciò proporre un Centro Ospedaliero come punto di riferimento non solo per la presa in carico dei problemi clinici, ma come centro per educazione e sensibilizzazione sanitaria della popolazione e di formazione del personale sia ospedaliero che di comunità. Lo stesso si occupa infine della verifica dei risultati ottenuti e della loro corrispondenza al progetto iniziale, introducendo dinamicamente nel piano di lavoro le modifiche necessarie.
1. La situazione sanitaria del settore materno-infantile in Burundi
Il Burundi è uno dei Paesi più poveri del mondo classificato dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo al 180° posto su 187 censiti. Ha una popolazione di 10,2 milioni di abitanti con oltre l’80% che vive in condizioni di grave povertà. L’età media è di 17,6 anni con grande numero di soggetti in età pediatrica.
La speranza di vita alla nascita è di 54,1 anni, inferiore alla media mondiale che è di 68 anni. La mortalità materna è di 500 donne per 100.000 parti, quasi 4 volte rispetto alla media mondiale e il doppio rispetto alla media africana. In Italia muoiono 4 madri su 100.000 parti.
I nati morti sono 28 ogni 1000 nati e la mortalità infantile è di 88 decessi ogni 1000 nati entro i 12 mesi (in Italia sono 5 su 1000 nati) e di 142 decessi ogni 1000 entro i 5 anni. Alto è anche il numero dei decessi a poche ore dalla nascita e la sopravvivenza con conseguenze patologiche serie dovute alla asfissia.
Fatto grave è che, contrariamente a quello che avviene in tutto il mondo, in Burundi negli ultimi 10 anni la tendenza alla riduzione della mortalità materna e infantile è quasi nulla.
Le ragioni di questa grave situazione sono la carenza di medici e di figure professionali sanitarie (un medico ogni 20.000 abitanti con valori che si raddoppiano nelle campagne, a fronte della media africana di 1 medico ogni 4.600 abitanti, la precarietà di strutture assistenziali e di mezzi tecnici adeguati, la quasi totale assenza di figure professionali preparate nel settore materno-infantile per la mancanza di scuole specialistiche nella materia, la quasi totale mancanza di assistenza sul territorio durante la gravidanza per cui le patologie vengono scoperte al momento del parto a casa o in ospedale, l’assenza di assistenza pediatrica sul territorio.
2. L’idea del progetto materno-infantile
Tutte queste condizioni che portano ad alta morbilità e mortalità nel settore materno infantile sono chiaramente evidenti anche nella provincia e nell’ospedale di Ngozi.
Sono stati da noi realizzati interventi diretti al miglioramento della situazione come la ristrutturazione della zona maternità, la organizzazione di un servizio di neonatologia con personale specificamente preparato, corsi di formazione del personale, inviti alla popolazione ad accedere ai servizi ospedalieri.
I risultati ci sono ma quantitativamente insufficienti a far fronte alle necessità, che crescono col crescere della efficienza dell’ospedale con conseguente aumento progressivo dei ricoveri in strutture pediatriche e ostetriche assai precarie
I dati del 2016 sull’attività dell’Ospedale di Ngozi sono chiaramente indicativi della necessità di potenziare il settore Materno-Infantile.
Su un totale di 16.054 ricoverati, 12.223 ( 76,13%) sono ricoveri del settore Materno- Infantile così suddivisi:
- in Pediatria 8892 pari al 72,74%,
- in Neonatologia 903 pari al 7,38%,
- in Ostetricia 2428 pari al 19,89%.
I dati mostrano chiaramente che il settore Materno-Infantile è quantitativamente il più impegnativo per cui, nel quadro del progetto Burundi, è evidente la necessità di un potenziamento di questo settore dell’ospedale di Ngozi.
Nel 2011, per iniziativa della Fondazione pro Africa del Cardinale Tonini e della Associazione Amahoro Onlus è stato messo a punto un programma di intervento con la progettazione e costruzione presso l’Ospedale di Ngozi di una nuova struttura con organizzazione di tipo dipartimentale con lo scopo, in coerenza con le finalità del progetto generale, di formare “in loco” tecnici sanitari di livello universitario nel settore pediatrico e ostetrico e di potenziare qualitativamente e quantitativamente l’attività assistenziale.
Questa nuova struttura, oltre a servire la popolazione della provincia di Ngozi e di quelle limitrofe di Kayanza, Kirundu e Muyinga dovrebbe avere le dimensioni e la qualità idonee per diventare col tempo un Centro di riferimento regionale, per l’attività preventiva e assistenziale di eccellenza e per la formazione specialistica a tutti i livelli, dagli infermieri ai medici.
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3. Struttura generale del progetto materno-infantile
Descrizione del progetto e obiettivi
Il progetto si prefigge di ridurre la mortalità neonatale e materna in Burundi attraverso la formazione di figure professionali in grado di prendersi cura di madri e bambini fino ai 12 anni di età e di avviare un sistema di attenzione socio sanitaria che garantisca il “continuum” della cura durante tutta la vita della madre e del bambino.
L’azione è focalizzata a creare figure professionali con competenze specifiche nell’ambito della neonatologia, puericultura, pediatria e fisioterapia attualmente inesistenti nel Paese.
In questa logica Amahoro pro Africa Onlus, in partenariato con la locale Università e Ospedale di Ngozi, si propongono di avviare corsi di specializzazione e la promozione corsi e convegni rivolti a personale sanitario che ha intenzione di migliorare le proprie competenze per svolgere attività di ostetricia, pediatria e fisioterapia.
La formazione è, inoltre, funzionale alla promozione del coordinamento delle attività a livello ospedaliero con il programma sanitario elaborato a livello provinciale. Attraverso la formazione del personale degli Ospedali e dei Centri sanitari e la formazione e il sostegno del personale volontario attivo nei villaggi e nelle colline, si promuove un efficiente sistema di comunicazione tra i vari nuclei operativi in grado di offrire un servizio di prevenzione ed un idoneo servizio di orientamento per l’assistenza.
Si realizza in questo modo quel “continuum of care” nel tempo in grado di garantire la pianificazione familiare, le cure del lattante e del bambino e l’assistenza durante la gravidanza, il parto e il periodo neonatale e, nello spazio, attraverso la possibilità di accesso a un servizio idoneo anche per le famiglie che risiedono nelle zone più isolate.
Lo sviluppo della metodologia in grado di rispondere alle necessità della popolazione si basa sul lavoro precedentemente svolto da Amahoro Onlus in collaborazione con Fondazione Pro Africa e dai loro partner nella Provincia di Ngozi e dal coinvolgimento e la partecipazione di istituzioni e attori chiave.
La formazione di personale sanitario specializzato presenta prospettive e vantaggi concreti e rilevabili per tutta la Provincia di Ngozi che sono ripetibili anche in altre Provincie del Burundi e nei Paesi limitrofi.
La necessità di contribuire all’assistenza materno infantile deriva dal contesto specifico in cui il progetto si trova a operare.
La popolazione del Burundi è composta di giovani in età pediatrica cui si contrappongono strutture sanitarie inadeguate e personale di salute non specializzato in materia.
Con l’obiettivo di offrire l’assistenza alle future madri il Governo Burundese ha reso gratuite le spese di ospedalizzazione per il parto e per le cure durante la gravidanza.
Nella Provincia di Ngozi queste disposizioni hanno determinato un netto incremento del numero di ricoveri e un conseguente sovraffollamento dell’ospedale. La scarsa preparazione in ambito ostetrico del personale medico e infermieristico determina una carente presa in carico delle donne gravide ed un incremento dei parti distocici e dei tagli cesarei.
Personale medico preparato garantisce, quindi, un’assistenza che agisce concretamente pre, durante e post parto che sia in grado di identificare e affrontare eventuali complicazioni sorte durante la gestazione o il parto.
In secondo luogo, la predisposizione di attività didattico e assistenziali di alto livello incoraggia i laureati e i diplomati a rimanere a lavorare nella Provincia, riducendo il numero di personale specializzato che migra nella città di Bujumbura o all’estero. In questo modo si promuove anche, nel medio e lungo periodo, un richiamo al ritorno di laureati e docenti usciti dal Paese per ragioni politiche, conflitti e situazione socio economiche svantaggiose e in questo momento residenti e attivi all’estero.
Il rafforzamento della cooperazione tra atenei e centri ospedalieri e l’avvio di solide collaborazioni tra docenti e personale di salute ha un indubbio effetto trainante per il miglioramento delle Facoltà dell’Università Autonoma di Ngozi e dell’intero Ospedale.
Da non sottovalutare è l’effetto positivo sul piano economico per la Provincia. L’avvio dei corsi universitari ha un indotto economico positivo grazie al miglioramento della qualità di vita della popolazione e alla riduzione delle spese future che dovranno sostenere mamme e bambini per la loro salute.
Nel lungo periodo le azioni proposte rappresentano l’avvio delle attività di ricerca scientifica all’interno dell’Università di Ngozi. Tale risultato che si può ottenere solo grazie alla presenza di tecnici e ricercatori adeguatamente preparati, favorisce l’ottenimento degli obiettivi strategici dell’Università Autonoma di Ngozi che nei propri documenti programmatici pone quale missione della propria istituzione “la pace e lo sviluppo nella cultura”.
La logica proposta attraverso una metodologia volta alla formazione, sensibilizzazione e messa in rete tra Ospedali e Centri sanitari si propone come un modello di sviluppo dell’assistenza materno infantile per tutto il Paese.
4. Attraverso la sopracitata visione e strategia il progetto si prefigge di raggiungere i seguenti obiettivi.
Obiettivi generali:
- Contribuire alla riduzione della mortalità neonatale e materna in Burundi.
- Contribuire alla crescita culturale in ambito materno infantile e alla formazione di figure professionali specifiche.
- Concorrere al miglioramento della prevenzione e delle cure offerte alla madre e al bambino.
- Favorire l’estensione dell’attività assistenziale sul territorio.
Obiettivi specifici:
- La costruzione di una struttura edilizia specificamente progettata per l’attività assistenziale e formativa nel settore Materno-Infantile,
- L’organizzazione dipartimentale della struttura materno infantile consistente nella presenza più completa possibile di tutti i sub-settori e servizi specifici per il materno-infantile in forma autonoma, dalla chirurgia, al laboratorio, alla neonatologia ecc…,
- La formazione di personale specifico per l’attività sanitaria estesa anche a livello territoriale,
- L’allestimento di una struttura didattica all’interno del neo-progettato dipartimento,
- L’istituzione di Corsi istituzionali di Scienze infermieristiche specialistiche, di corsi elettivi per studenti, per medici, per infermieri, seminari ed altre attività culturali in ambito socio-sanitario,
- Il collegamento e la collaborazione con altre università africane e di altri Paesi anche extra-africani,
Cosa è stato realizzato fino ad ora:
- Costruzione con finanziamento della Cooperazione Svizzera e della Fondazione Cariverona dell’Ospedale dipartimentale per la salute della donna e del bambino,
- Allestimento del blocco tecnico maternità comprendente 4 sale parto e 2 sale operatorie,
- Allestimento del reparto di Patologia Neonatale (apertura marzo 2018),
- Allestimento di un Centro di Formazione,
- Organizzazione sul posto di una equipe permanente dedicata alla formazione,
- Organizzazione a partire da ottobre 2017 di corsi specialistici in ambito neonatologico, ostetrico, dell’igiene e corsi di formazione continua,
- Contribuire alla riduzione della mortalità neonatale e materna in Burundi,
- Contribuire alla crescita culturale in ambito materno infantile e alla formazione di figure professionali specifiche-
- Concorrere al miglioramento della prevenzione e delle cure offerte alla madre e al bambino,
- Favorire l’estensione dell’attività assistenziale sul territorio,
- Organizzazione di un centro di accoglienza per la madre e il bambino comprendente, l’alloggio per madri nutrici. Una sezione di Kangaroo mather care e poliambulatori per la presa in carico delle gravidanze a rischio e il follow up dei neonati prematuri o a rischio di sviluppare patologie neurologiche da danno perinatale.